Il mascara nella storia, dagli anni 1920 ai ’70
Negli anni si è sempre più evoluto e il mercato offre un’infinità di formule e tecnologie diverse. Ecco i cambiamenti del mascara nel corso dei vari decenni e la sua metamorfosi attraverso le icone di bellezza
E’ l’unico cosmetico del quale non si può mai fare a meno, soprattutto adesso in tempo di Covid-19. Se chiedessero alle donne quale cosmetico si porterebbero su un’isola deserta, la risposta sarebbe: il mascara. Ormai è considerato il nuovo index economico del 2020, secondo i dati di Simmons National Consumer Survey, l’anno scorso negli Stati Uniti il mascara è stato utilizzato da oltre 106 milioni di donne. Ma qual è l’origine del mascara? Il primo prototipo, a base di vaselina e polvere di carbone, fu creato nel 1860 da Eugène Rimmel. Ma è nel 1913, a Chicago, che il farmacista Thomas Williams, mette a punto la forma di panetto e spazzolina, utilizzato fino agli anni ’50, per valorizzare lo sguardo della sorella Maybel che voleva fare colpo su un vicino. Il successo fu tale che nel 1915 il farmacista fondò la Maybelline, crasi da Maybel + vaseline, che all’inizio vendeva solo mascara. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, il mascara si è sempre più evoluto e il mercato offre un’infinità di formule e tecnologie diverse. Da sempre prezioso alleato per enfatizzare lo sguardo ha subito dei cambiamenti nel corso dei vari decenni. Vediamo la sua metamorfosi.
Anni ‘40
Una decade divisa in due, con un periodo pre e post bellico, così la femminilità si esprime in due modi. I primi anni sono austeri e rigorosi, le materie prime per la produzione dei cosmetici scarseggiano e le donne sono meno appariscenti. Un modello è l’attrice Michèle Morgan nel film “Il Porto delle nebbie”, soprannominata anche i più begli occhi del cinema francese. Il mascara è leggero, solo sulle ciglia superiori, per aprirle a ventaglio. Dopo la pace, il discorso cambia, le donne ritornano a essere appariscenti, è l’America a imporre nuovi stili con lo star system hollywodiano: Veronica Lake, Rita Hayworth, Ava Gardner . Il trucco è pieno, vistoso, un look fatale, alla bocca rossa si abbina uno sguardo bistrato, dove il mascara viene applicato in abbondanza.
Anni ‘50
Un periodo incerto e disorientato dove la voglia di ricominciare è fortissima. La donna diventa l’angelo del focolare, circondata da potenti elettrodomestici. Trionfa lo sguardo da cerbiatta, ottenuto con ombretto, matita per le sopracciglia, mascara e eyeliner. Un esempio è Audrey Hepburn, raffinata ed elegante, con un maquillage leggero. Il rovescio della medaglia è l’esplosiva Marilyn Monroe, vamp e bambina al tempo stesso, un mix di candore ed erotismo. «Il make up è sensuale e provocante, elaborato, fondotinta, cipria, ombretto e mascara, per renderlo più profondo si riscoprono le ciglia finte che si usavano già nel cinema muto, furono inventate negli anni ‘10 dal regista David W. Griffith», spiega Portomeo. «Ma le ciglia finte ad uso di massa nascono negli anni 50. In questo periodo Helena Rubinstein inventa il mascara come lo intendiamo noi oggi, con lo scovolino, il Mascara-matic, mentre Revlon lancia il primo scovolino con la punta a spirale».
Anni 60
Sono gli anni della Swinging London, dei Beatles, delle Chealsea girls, con Jean Shrimpton, detta “gamberetto”. Ma l’emblema della Swinging London è Twiggy, minigonna, capelli corti, frangia e occhi marcati e truccati con la banana per dare profondità allo sguardo, eyeliner anche sulla rima cigliare inferiore. «Le ciglia sono “cloggy”, molto incurvate e a mazzetti – continua la make up artist -, per ottenere questo risultato si applica il mascara con la punta, di modo che le ciglia vengano naturalmente raggruppate a ciuffetti. In questi anni Revlon lancia il primo mascara colorato, verde scuro e malva».