«Un paesaggio, un viaggio, un incontro, un tramonto, un soffio di vento, sono tutti momenti che portano alla creazione di profumi. In realtà sono emozioni, sensazioni forti che meritano di essere descritte attraverso l’olfatto», cosi Filippo Sorcinelli, che definire naso di nicchia sarebbe riduttivo, perché è un’artista a tutto tondo, racconta l’ispirazione che si cela dietro a un suo profumo. Originario di Mondolfo, in provincia di Pesaro Urbino, Filippo Sorcinelli, fin da piccolo ha avvertito il fascino del sacro, è infatti couturier ecclesiastico con le creazioni del suo atelier LAVS(acronimo di Laboratorio Atelier Vesti Sacre, ma che si legge “Laus”, come lode in latino), ha vestito gli ultimi due papi, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, ma è anche un fine organista, curatore e gallerista. E’ da 10 anni nel mondo della profumeria artistica e in occasione dell’ultimo Salone del Mobile ha inaugurato il suo secondo store mono brand “container_zero uno”, il primo è a Roma, in via della Moscova a Milano: 45 mq che portano la firma dello stesso profumiere e del suo staff, un ambiente tutto giocato sui toni del rosso. «Abbiamo avuto una forte richiesta per creare un punto a Milano dove fossero presenti tutte le mie collezioni, prima erano un po’ frammentate in vari luoghi, così si è voluto aprire lo store nella città del design per eccellenza», racconta Sorcinelli. «E’ un luogo particolare dove raccontare le proprie emozioni, sensazioni, non solamente legate al mondo del profumo, ma al mondo dell’anima, all’arte. Non è necessario entrare per acquistare una fragranza, le persone arrivano, parlano, hanno voglia di incontrarmi, di raccontarsi e di conoscermi meglio. E la predominanza del rosso? Il rosso è il colore dell’amore, della passione della rabbia. E’ uno dei tre colori che utilizzo in pittura, nero bianco e rosso. E’ anche il colore del sangue, del martirio del dramma. Un colore regale, principesco, che in passato non tutti potevano permettersi di sfoggiare».
Il legame con l’incenso e la profumeria artistica
L’avventura di Filippo Sorcinelli nel mondo dei profumi parte dal lontano 2001quando fonda l’atelier di vesti sacre LAVS e con il passare del tempo decide di profumare le confezioni che custodiscono i parametri sacri al momento di essere spedite. Così nel 2013 nasce anche il marchio di profumi d’arte Filippo Sorcinelli, con la prima collezione olfattiva UNUM, che ha avuto un riconoscimento internazionale, il Financial Times ha inserito il suo UNUM LAVS, nella lista dei migliori profumi definendolo “L’incenso di tutti gli incensi”. «Fin dall’età di cinque anni sono stato colpito dal sacro, quando a Mondolfo frequentavo la chiesa tra le preziose vesti liturgiche e l’odore dell’incenso, che è diventata una costante delle mie fragranze – spiega Sorcinelli – . Negli ultimi anni la profumeria di nicchia è molto cambiata e ha conquistato sempre più persone. Un’evoluzione inaspettata da parte del pubblico, anche giovane, che è diventato più raffinato e più colto. Ci sono dei giovanissimi che sono molto preparati in materia, sono informati e io stesso ne resto stupito. In questi ultimi cinque anni abbiamo assistito alla nascita di una nicchia commerciale, le grandi maison si rivolgono sempre più spesso a nasi famosi per le loro creazioni e acquisiscono brand di profumeria artistica. Progetti futuri? Il 7 dicembre, per Sant’Ambrogio, uscirà una fragranza dedicata a Milano Ci sarà sempre l’incenso ma contaminato dall’aspetto metropolitano, di questa città sempre di corsa».
Il lusso della lentezza
La creazione di un profumo è frutto di molte contaminazioni artistiche. Nelle fragranze di Sorcinelli non c’è un singolo personaggio famoso che può influenzare la sua creatività. Il profumo “Io non ho mani che mi accarezzino il volto ” della collezione UNUM, per esempio, celebra il progetto fotografico di Mario Giacomelli realizzato negli anni ’60 che racchiude la solitudine e il sacrificio di ragazzi costretti in seminario mentre esibiscono i comportamenti tipici della loro giovane età. «Da artista posso dire che io creo più per gli altri e questo significa mettersi a nudo. Tu non conosci gli altri e questo lavoro parte prima di tutto da te stesso, alla conquista della tua libertà anche attraverso momenti dolorosi», conclude Sorcinelli. «Non potrei però mai creare un profumo che sa di mia madre, anche se il primo odore che ogni neonato sente è quello della madre. Non creativamente, ma emotivamente, io non voglio chiudere questo cerchio, la ferita della sua perdita resterà sempre aperta e non la voglio curare. Di cosa abbiamo veramente bisogno per fare pace con il mondo? Essere autentici, credere in qualcosa, credere nelle proprie radici, tradizioni e cultura. Resto perplesso nel vedere questo mondo moderno che corre troppo velocemente e vuole abbandonare tradizione e cultura, non realizzando che solo attraverso questi due cardini fondamentali si potrà comprendere gli altri. Io, tra qualche anno, vorrei dire basta a molte cose e dò ragione ad Armani che dopo 70 anni di carriera definisce la lentezza un lusso, anch’io vorrei riappropriarmi della mia lentezza e godermela».